di Juanne Pili.
La NASA ha individuato otto siti che ben si prestano per l’obiettivo della prossima missione su Marte: Trovare segni di vita negli antichi letti dei fiumi del Pianteta Rosso.
Il prossimo rover verrà lanciato nel 2020, la sua missione coinvolgerà un centinaio di scienziati di tutto il mondo. Durante un incontro di tre giorni, tenutosi a Monrovia in California, stilarono un elenco di 21 siti.
In tutto sono 8 i siti considerati i migliori, scelti dalla rosa dei 21 papabili.
Se nelle precedenti missioni i campioni di roccia venivano stipati in un unico contenitore, il prossimo rover dovrà metterli in appositi tubi di metallo sigillati, da conservare direttamente nel terreno in una sorta di deposito. Questa nuova tattica permetterà al rover di scaricare ogni volta i suoi campioni piuttosto che aspettare fino alla fine della missione. Questo permetterà una maggiore operatività. Il tutto è correlato ad un carico utile notevolmente snellito rispetto alle missioni precedenti. Diremo addio, per esempio, allo strumento di analisi spettrometrica di massa, che spesso ha fatto fatto impantanare il rover Curiosity.
Snellezza e velocità sono quindi le parole chiave per la prossima missione.
Tra gli strumenti chiave il MastCam-Z dotato di un obiettivo, che permetterà ai ricercatori di ricostruire gli scenari esplorati in 3D. La fotocamera dotata di un potente zoom permetterà di guardare ancora più lontano, permettendo così di identificare meglio i percorsi più rischiosi, permettendo traverse autonome sempre più lunghe. Inoltre sarà presente anche un georadar.
I tempi per una missione umana non sembrano ancora maturi, mentre i passi avanti nella qualità dell’esplorazione non si arrestano. Del resto prima di portare delle persone nel Pianeta Rosso, cosa che pone ancora problemi non indifferenti, dobbiamo essere sicuri di cosa ci aspetta. Non ci resta che attendere.
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